L’Unione Europea nel 2022 ha fissato gli obiettivi per gli Stati membri relativi ai target da raggiungere riguardo l’offerta di asili nido e servizi dell’infanzia, con l’intenzione di innalzare il numero di bambini che frequentano l’asilo nido dall’attuale 33% al 45%, migliorando la qualità e l’inclusività del servizio e potenziando il contrasto contro le diseguaglianze già a partire dai tre anni di età.
In Italia, attualmente frequenta l’asilo nido il 27% dei bambini, quindi già al di sotto dell’obiettivo stabilito precedentemente. La pandemia, la crisi economica e l’inflazione hanno fatto il resto, creando un’ulteriore difficoltà per le famiglie che intendono avvalersi di tale servizio che pesa non poco sul bilancio familiare complessivo. Inoltre, non va sottovalutato il fatto che il calo delle nascite in Italia porta oggi i bambini tra gli 0 e i 2 anni al numero di 1,3 milioni.
Nell’attuazione del servizio di asilo nido, in Italia persistono le storiche difformità tra territori, quella tra centro-nord e Mezzogiorno e quella tra grandi città e aree interne. Le sei regioni che superano la soglia europea di presenza di bambini negli asili nido sono Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Umbria, Toscana, Lazio e Friuli Venezia Giulia. Altre regioni sono in via di miglioramento degli obiettivi, come la Campania dove dal 2013 a oggi sono aumentati di oltre 5.500 (+50%) i posti disponibili, mentre le regioni più problematiche restano la Calabria, la Basilicata e la Sicilia, dove l’offerta è di 10 posti ogni 100 bambini.
Il divario si attesta anche nelle aree interne, dove soffrono di più i Comuni periferici e ultraperiferici, che faticano ad arrivare al 20% della soddisfazione del fabbisogno.
Per approfondire l’argomento, è possibile consultare online il sito “Openpolis” al link https://www.openpolis.it/le-distanze-che-restano-da-colmare-nellofferta-di-asili-nido/