La Commissione Europea ha approvato recentemente le linee guida sul lavoro, per aiutare i Paesi aderenti all’Unione Europea a limitare la perdita di posti di lavoro e scongiurare ricadute sociali e debolezza economica. Vi sono, infatti, ancora diversi settori – come la ristorazione, i servizi amministrativi, l’ambito manifatturiero e alberghiero – in forte sofferenza dallo scoppio della pandemia e ancora in difficoltà a causa della guerra in Ucraina e della crisi energetica europea.

Per questo, l’UE indica alcuni punti da perseguire con più determinazione: rafforzare le competenze del capitale umano, proteggere i salari dall’inflazione e il reddito delle famiglie puntando su transazione verde, transazione digitale e formazione. Particolare attenzione va prestata alle categorie più in difficoltà come giovani, donne, disabili e migranti. Complessivamente sono emersi dei dati positivi per quanto riguarda i giovani inattivi, ovvero i Neet che sono passati dal 13,1% del 2021 all’11,7% del 2022. Tuttavia, una criticità significativa è rappresentata ancora dal lavoro femminile, in quanto prive di un equo compenso, oggetto di discriminazione di genere o costrette ad accettare posizioni part-time o dequalificate rispetto al loro titolo di studio o alle loro competenze.

Un’altra raccomandazione della Commissione UE riguarda la protezione dei salari dall’inflazione, con particolare attenzione ai salari bassi e minimi. Per proteggere il potere d’acquisto specialmente dei lavoratori a basso salario, l’UE indica come priorità la strada della contrattazione collettiva e dei salari minimi.

Per leggere il Rapporto completo sul sito di “Save the Children” si rimanda al link https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/13-atlante-dell-infanzia-a-rischio-come-stai

 

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