In questi giorni si è conclusa la finestra temporale durante la quale era possibile fare richiesta del cosiddetto “bonus psicologo”, la misura volta a sostenere in tutta Europa le persone in condizione di ansia, stress, depressione e fragilità psicologica, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica.
Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea, in Italia la situazione è piuttosto preoccupante, in quanto sono state presentate circa 300mila domande delle quali oltre il 60% (circa 180mila persone) proveniente da giovani sotto i 35 anni, delle quali il 43% da giovani tra i 18 e il 35 anni, mentre il 17% circa è stato richiesto a favore di figli minori.
Il bonus sarà ora erogato secondo una graduatoria che le Regioni hanno circa un mese per stilare e pubblicare. In base alla graduatoria, le persone potranno essere aiutate a sostenere le spese per alcuni incontri di psicoterapia.
Questa fotografia di profondo malessere delle giovani generazioni fa il paio con la ricerca annuale pubblicata dall’Adp Research Institute dal titolo “People at work 2022: a global workforce view” che ha indagato la percezione dei giovani italiani nelle questioni lavorative. Secondo tale ricerca, un giovane under35 su 5 dichiara di non essere soddisfatto del proprio lavoro per la mancanza di possibilità di crescita professionale o di prospettive (44%), mentre il 32% considera il proprio lavoro poco motivante e il 25% è scontento perché si vede investito di maggior responsabilità senza un aumento della paga.
È molto significativo anche il dato relativo ai nuovi genitori: la metà di essi, il 47%, considera l’essere genitore un ostacolo grave per far carriera.
È possibile consultare la ricerca “People at work 2022” accedendo al sito www.adp.com e inserendo i propri dati personali nel portale, raggiungibile cliccando sul seguente link https://it.adp.com/risorse/insights/people-at-work-2022-a-global-workforce-view.aspx