Secondo la Fondazione Open Polis che ha appena pubblicato uno studio sul lavoro minorile, questo fenomeno esiste ancora sia in Italia sia nel mondo, con numeri sempre più preoccupanti. Secondo le stime globali, infatti, circa 160 milioni di bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni nel mondo sono costretti a lavorare. Il dato è relativo al 2020 e indica, inoltre, che quasi la metà di loro svolge un lavoro pericolo che può danneggiare la loro salute o la loro crescita fisica e mentale. Ciò significa che circa 1 bambino su 10 al mondo lavora, soprattutto se maschi.
Ma causa del Covid, lo sfruttamento minorile è aumentato e, dopo due anni, nel 2022 la stima potrebbe essere salita a circa 169 milioni di bambini e adolescenti. E mentre nell’Africa subsahariana questo fenomeno interessa quasi un minore su 4, in Europa e nel Nord America lavora il 2,3% dei bambini e dei ragazzi, pari a circa 4 milioni di minori.
Il lavoro minorile in Europa è spesso collegato alla dispersione scolastica e all’abbandono, ovvero alla provenienza da contesti sociali più difficili e famiglie che vivono una seria difficoltà economica.
In Italia nel 2020 sono stati accertati 127 casi di minori irregolarmente occupati, presenti in tutte le aree del Paese. Si tratta nel 50% dei casi di ragazze nel nord, mentre nel 72% dei casi nel centro Italia, infine nel sud i maschi rappresenterebbero il 53% dei casi. Le regioni nelle quali si registra il più alto numero di violazioni sono l’Abruzzo, la Lombardia e la Puglia.
Secondo le stime, i minori in Italia si occuperebbero nel 31% di lavori riferiti ad attività domestiche e cura, nel 19% dei casi nel settore della ristorazione, nel 15% nelle attività di vendita e nel 14% di attività in campagna.
Per leggere l’articolo completo si rimanda al link https://www.openpolis.it/il-lavoro-minorile-e-un-fenomeno-ancora-non-debellato-nel-mondo-e-in-italia/