Nelle scorse settimane è stato presentato a Roma, a cura del Cerved, il terzo “Bilancio di welfare delle famiglie italiane”, che misura e interpreta i bisogni delle famiglie nei servizi di welfare. Secondo lo studio, le famiglie italiane sono in continuo mutamento, essendo sottoposte a una maggiore frammentazione delle loro strutture interne, a uno squilibrio demografico e al cambiamento dei modelli di relazione. Tutto ciò mette sotto pressione i nuclei familiari, che vivono una forte difficoltà nell’affrontare il ruolo di sostegno sociale per i soggetti più fragili, come bambini piccoli, disabili e anziani. I dati della ricerca Cerved dimostrano, infatti, che quasi la metà delle famiglie italiane deve ricorre ad un aiuto esterno per soddisfare i bisogni di cura, come ad esempio baby-sitter, badanti, servizi di pulizia, spesa e accompagnamento. Tuttavia, secondo le stime, si calcola che nel 2021 circa il 50% delle famiglie italiane ha dovuto tagliare la spesa per l’assistenza sanitaria degli anziani, per l’assistenza ai bambini e l’educazione prescolare, e per le spese per l’istruzione. Le famiglie hanno dovuto rinunciare anche ad alcune prestazioni sanitarie (+9,4% rispetto al 2018), in particolare a quelle “rilevanti”, con effetti potenzialmente significativi sulla salute dei vari componenti.
Questi elementi confermano la situazione di debolezza economica del 29% delle famiglie italiane e un processo ormai avviato di riduzione della spesa per la cura familiare, sempre più in capo alle donne. Per queste ragioni, il Rapporto Cerved raccomanda la necessità di rinnovare il sistema pubblico di welfare, concentrandosi sulla pluralità dei modelli di relazione familiare, e tenendo conto dalla molteplicità dei bisogni emergenti.
Per una lettura completa del Rapporto Cerved si rimanda al link https://www.cerved.com/bilancio-di-welfare-delle-famiglie-italiane-rapporto-cerved-2022/
