Il nuovo rapporto Agi/Censis dal titolo “Il lavoro inibito: l’eredità dopo la pandemia” fa il punto sulle modifiche che hanno caratterizzato i comportamenti degli italiani a partire dal marzo 2020, quando la pandemia da Covid-19 ha cambiato la prospettiva delle persone.
Il rapporto, basato sulle analisi condotte ad aprile 2021, fornisce alcuni dati significativi sull’interesse, il gradimento, le resistenze e le preoccupazioni delle famiglie al tempo del Coronavirus.
Il dato più evidente riguarda il 65% delle famiglie, che ha dovuto rivedere le proprie scelte di investimento immobiliare. Scende al 54% la percentuale di coloro che avevano in mente di cambiare residenza e hanno cambiato idea a causa della pandemia e, sempre a causa delle mutate condizioni sanitarie, oltre il 60% di persone ha smesso di cercare attivamente un altro lavoro o ha cambiato la direzione delle proprie ricerche lavorative.
In sostanza, la rilevazione mette in evidenza che l’insorgenza della pandemia ha generato una progettualità nuova, di tipo adattativa, nei confronti della realtà.
Infine, particolarmente interessante è l’esistenza di un segmento, sia pure minoritario, di famiglie che hanno sviluppato progetti di cambiamento proprio a causa dell’insorgenza dell’emergenza sanitaria. Il 19%, ad esempio, ha messo in cantiere un trasferimento di residenza, probabilmente dando seguito all’esigenza di disporre di un’abitazione con caratteristiche diverse e più adatte alle nuove condizioni di vita determinate dallo smartworking, dalla didattica a distanza o dalla volontà di avvicinarsi geograficamente alle famiglie di origine.
Infine, secondo l’opinione della maggior parte degli italiani ci vorrà almeno un anno per uscire dall’incubo pandemia e ben più tempo per ritornare a una situazione di normalità.
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