Secondo i dati pubblicati recentemente dall’Istat, continua il calo delle nascite che scendono a 393mila tra gennaio e giugno 2023. Si tratta del -1,7% rispetto al 2022, pari a circa 3.500 nati in meno. Il calo delle nascite è in parte causato dai mutamenti strutturali della popolazione femminile in età feconda (fascia tra i 15 e 49 anni). Le donne che hanno quest’età sono infatti meno numerose di un tempo. Quelle nate negli anni del baby-boom (dalla seconda metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta) sono quasi tutte uscite dalla fase riproduttiva, mentre quelle che oggi ancora vi si trovano scontano l’effetto del cosiddetto “baby-bust”, ovvero la fase di continua riduzione della fecondità del ventennio 1976-1995 che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995.
In questo quadro, il numero medio di figli per donna scende a 1,24 e la fecondità è pari a 1,22 figli per donna. L’età media delle donne alla nascita del primo figlio resta stabile a 31,6 anni, mentre il 41,5% dei figli nascono ormai al di fuori del matrimonio.
Negli ultimi anni si è inoltre attenuato l’effetto positivo sulle nascite determinato dalla popolazione straniera, esercitato a partire dai primi anni Duemila. In quegli anni le donne straniere realizzavano i loro progetti riproduttivi contribuendo in modo importante all’aumento delle nascite e della fecondità di periodo. Tale apporto negli ultimi dieci anni tende a perdere di efficacia, mentre aumenta la presenza straniera (oggi pari all’8,6% della popolazione residente totale, contro il 7,6% del 2012) e maturano i processi di integrazione e di adeguamento agli stili di vita del Paese di accoglienza.
Per leggere il report completo sul sito dell’Istat, si rimanda al link https://www.istat.it/it/files//2023/10/Report-natalita-26-ottobre-2023.pdf