È stato presentato qualche giorno fa il Rapporto Annuale 2023 “La situazione del Paese” dell’Istat, che fotografa il quadro nazionale tenendo conto delle principali trasformazioni demografiche, sociali, economiche e ambientali e il loro impatto sul tessuto produttivo e sociale italiano nel 2022.
Oltre al superamento definitivo dello stato di emergenza sanitaria nazionale causato dalla diffusione del Covid-19, il 2022 è stato caratterizzato dal forte rincaro dei prezzi dell’energia e delle materie prime a causa della crisi russo-ucraina, le cui conseguenze sono state significative soprattutto su alcune filiere di produzione e su determinati canali distributivi. Ciò ha causato anche una crescita dell’inflazione e una conseguente perdita del potere d’acquisto per le famiglie, che ha eroso i salari.
Dal punto di vista economico, l’Italia può contare su un Pil in ripresa, anche in paragone con i principali Stati europei come Francia e Germania. La crescita è sostenuta dalle famiglie residenti e dall’andamento positivo degli investimenti fissi lordi, oltre che da alcune agevolazioni per la riqualificazione del patrimonio edilizio e degli investimenti sugli impianti e sui macchinari più moderni. Al contrario, le importazioni hanno subito un contraccolpo negativo a causa degli effetti della crisi energetica.
Sul piano dell’occupazione, si è notato un aumento, nel 2022, degli occupati, superando quota 23milioni e mezzo, un valore riscontrabile appena nel 2008, prima cioè della grande crisi economica internazionale. Tuttavia, la percentuale di lavoratori con contratti a tempo determinato o a termine è ancora significativa.
Sul piano demografico, prosegue la decrescita cominciata nel 2014 del numero di residenti in Italia, attenuata solo parzialmente dal saldo migratorio, con una diminuzione delle nascite. L’Italia raggiunge oggi quota 58milioni e 850 mila persone residenti, con un calo di circa 180mila unità rispetto all’inizio dell’anno. Le persone con cittadinanza straniera residenti in Italia sono circa 5 milioni, pari all’8,6% del totale. Il tasso di fecondità resta al di sotto del periodo pre-pandemico, con 1,24 figli in media per donna nel 2022, mentre l’età media al parto per le donne residenti in Italia resta stabile a 32,4 anni. La speranza di vita alla nascita è di 80,5 anni pe gli uomini e 84,8 anni per le donne.
Infine, il numero di ultracentenari raggiunge il livello storico più alto sfiorando quota 22mila persone, mentre gli over 80 sono circa 4,5 milioni, pari al 7,7% dei residenti.
Per approfondire le altre informazioni presenti sul Rapporto, si rimanda alla nota di sintesi sul sito dell’Istat al link https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2023/Sintesi_Rapporto_Annuale_2023.pdf?mtm_campaign=wwwnews&mtm_kwd=03_2023 e a tutti gli altri materiali al link https://www.istat.it/it/archivio/286364?mtm_campaign=wwwnews&mtm_kwd=03_2023