L’Istat ha pubblicato il Rapporto “Noi Italia” che, come di consueto, offre una selezione di oltre cento indicatori statistici sulla realtà del nostro Paese, fornendo un quadro d’insieme dei diversi aspetti ambientali, demografici, economici e sociali dell’Italia, delle differenze regionali che la caratterizzano e della sua collocazione nel contesto europeo. Articolato in sei aree tematiche (Popolazione e società, Istruzione e lavoro, Salute e welfare, Industria e servizi, Ambiente e agricoltura, Economia e finanza pubblica) il rapporto fotografa la situazione italiana nei diversi ambiti.
Prendendo in esame l’area dell’Istruzione, emerge che la spesa pubblica investita rappresenta il 4,1% del PIL e che negli anni vi è un progressivo miglioramento del livello di istruzione delle persone tra i 25 e i 64 anni. Nel 2022, la percentuale di adulti poco istruiti è del 37,4%, con una prevalenza di maschi (40%) che ha conseguito al massimo la licenza media (le femmine si fermano a quota 34,8%).
Nel 2022, la quota di giovani in possesso di un titolo di studio terziario (universitario o altro) è del 27,4% tra i 30 e i 34 anni e del 29,2% tra i 25 e i 34 anni. In entrambe le classi di età, il divario di genere è molto ampio e a favore delle femmine (rispettivamente il 33,8% verso il 21,0% dei maschi e il 35,5% verso 23,1% dei maschi). Tuttavia, il valore italiano è ancora molto lontano dall’obiettivo medio europeo stabilito dalla Strategia Europa2020 (almeno 40%, nella classe di età 30-34 anni).
Infine, nel 2022, la quota di giovani tra i 15 e il 29 anni che non lavorano e non studiano (i cosiddetti Neet) è pari al 19% ed è più elevata tra le femmine (20,5%) che tra i maschi (17,7%).
Per approfondire gli altri dati, si rimanda alla pubblicazione integrale al link https://noi-italia.istat.it/pagina.php?id=3&categoria=5&action=show&L=0