Il recente rapporto Bes dell’Istat fotografa i principali fenomeni economici, sociali e ambientali dell’Italia, attraverso l’analisi di circa dodici domini in cui è articolato il benessere, oggetto dello studio. Tra gli indicatori esaminati sono considerati: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.

Il Rapporto, che è incentrato sull’analisi dell’evoluzione recente del benessere, pone particolare attenzione agli squilibri territoriali e alle differenze di genere e per classi di età.

I dati più recenti che consentono di effettuare confronti con il 2019 mostrano che per 58 indicatori di benessere, oltre la metà del totale, si registra un miglioramento nell’ultimo anno rispetto al livello del 2019.

I progressi sono più diffusi nei domini Sicurezza, Qualità dei servizi e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (oltre il 72% degli indicatori migliora rispetto al 2019). Seguono i domini Politica e istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività con due terzi degli indicatori in miglioramento.

Tra i domini che presentano un andamento complessivamente più critico negli ultimi tre anni, con la maggior parte degli indicatori in peggioramento, si trovano Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Istruzione e formazione e Benessere economico.

In linea generale, la maggior parte degli indicatori disponibili per il confronto con la media dei paesi dell’Unione Europea mostra una situazione peggiore per l’Italia, in particolare nei domini Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita.

Tra questi, emerge che la quota di giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano (NEET) in Italia raggiunge il 19%, mentre la media UE è 11,7%. Inoltre, la quota di persone di 30-34 anni in Italia che hanno completato un’istruzione terziaria sono il 27%, mentre corrispondono al 43% nella media UE.

Infine, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (pari al 74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55,0% in Italia rispetto a 69,4% per la media UE).

 

Per approfondire gli altri elementi della ricerca, si rimanda alla nota predisposta sul sito https://www.istat.it/it/files//2023/04/BES-nota-sintesi-20042023.pdf e tutte le informazioni sono disponibili al link https://www.istat.it/it/archivio/283766?mtm_campaign=wwwnews&mtm_kwd=03_2023

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