Uno studio condotto dal Focus Censis-Confcooperative mostra come negli ultimi due anni siano cresciute le diseguaglianze abitative delle famiglie italiane. Infatti, oggi si contano circa 5,2 milioni di famiglie che vivono in affitto e soffrono le maggiori difficoltà legate alla casa. Anche le famiglie proprietarie (circa 18 milioni) non se la passano meglio. Le principali problematiche abitative risiedono su tre livelli:

1) i problemi strutturali delle abitazioni, ovvero i danni agli immobili legati all’umidità, alla scarsa illuminazione e all’insufficienza della grandezza degli ambienti domestici. Questa problematica riguarda il 35% delle famiglie in totale;

2) le spese per l’abitazione, in particolare per il pagamento del mutuo o per la gestione dell’amministrazione di condominio e le spese comuni;

3) gli arretrati con il pagamento delle spese per l’abitazione, ovvero le utenze domestiche, l’affitto o il mutuo. Si considera che il 12% delle famiglie in affitto e l’8,8% delle famiglie che hanno un mutuo abbiano avuto difficoltà a pagare per tempo le utenze domestiche.

Infine, nel corso del 2022 sono aumentati i provvedimenti – arrivati oggi a quota 32mila – di sfratto per morosità, che erano stati bloccati fino al 2021 a causa della pandemia.

Le maggiori criticità si riscontrano dove la soglia di povertà assoluta è più alta, ovvero tra le famiglie del meridione d’Italia e tra le famiglie che vivono in affitto.

I dati sono ripresi dalla pubblicazione su sito “Confcooperative” raggiungibile al link https://confcooperative.it/LInformazione/Primo-Piano/disagio-sociale-un-paese-da-ricucire-con-10-mln-di-poveri-300mila-imprese-in-ginocchio-e-3mln-di-occupati-a-rischio

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