Secondo la nuova Indagine 2018-19 appena pubblicata e finanziata dal Ministero della Salute con il coordinamento dell’Istituto Superiore di Sanità, i consultori familiari sono sempre meno e sono carenti di personale. Secondo lo standard nazionale dettato dalla Legge 34/1996, infatti, dovrebbe corrispondere un consultorio ogni 20 mila residenti, mentre attualmente ne risulta uno ogni 32.325. Inoltre, rispetto allo standard di riferimento, il valore medio delle ore di lavoro settimanali rilevato dall’indagine è inferiore di 6 ore per la figura del ginecologo, di 11 ore per l’ostetrica, di un’ora per lo psicologo e di 25 ore per l’assistente sociale. Pertanto, si è costretti a penalizzare le attività programmatiche di prevenzione e di promozione della salute rivolte alla comunità.
Dall’indagine è emerso che, complessivamente, gli ambiti nei quali è stata più frequentemente effettuata attività di programmazione a livello aziendale o distrettuale sono stati i Corsi di accompagnamento alla nascita (94%), l’educazione affettiva e sessuale (89%) e l’allattamento (88%). A seguire la prevenzione oncologica (79%) e poi, con frequenze più basse, seguono gli altri ambiti fino alla prevenzione di uso di sostanze, citata nel 26% dei casi. Le quattro attività meno rappresentate sono attività rivolte agli adolescenti/giovani.
I risultati della ricerca, insieme all’analisi scorporata Regione per Regione, sono raggiungibili al link https://www.epicentro.iss.it/consultori/indagine-2018-2019-regioni