Nel corso del primo incontro italiano dedicato al confronto sulla psicofarmacologia nel bambino e nell’adulto, organizzato da Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e Sinpf (Società di NeuroPsicoFarmacologia) dal titolo: “Psicofarmacologia clinica in età evolutiva: efficacia, sicurezza e implicazioni nelle successive età della vita”, concluso in questi giorni a Cagliari, è emerso un dato molto allarmante: circa nove milioni di bambini e adolescenti italiani durante la pandemia hanno sperimentato cambiamenti sostanziali nei propri ambienti di vita. I cambiamenti hanno riguardato soprattutto le routine quotidiane e le reti relazionali, educative e sociali normalmente attive nei tessuti sociali.
Da qui i dati allarmanti che sono stati presentati, secondo i quali gli accessi al Pronto Soccorso e ai servizi di neuropsichiatria infantile sono aumentati circa dell’84% rispetto al periodo precedente al Covid, mentre si è notato un calo del 48% di accessi per altri disturbi, prevalentemente a causa della paura dei contagi. Dall’inizio della pandemia, inoltre, le quotidiane richieste di visite urgenti per psicopatologia grave si sono quintuplicate. Inoltre, uno studio ancora in corso riporta che siano avvenuti oltre tremila accessi al pronto soccorso per motivi psichiatrici nel 2021 in Italia, contro i circa duemila accessi del 2019. Un ulteriore dato rileva che vi siano stati oltre 800 accessi per autolesionismo e ideazione/comportamento suicidario negli under18, con un aumento dei tentativi di suicidio dell’82% e dell’ideazione suicidaria sino al 200%.
I numeri riportano ancora una volta al tema della salute mentale dei bambini, particolarmente provati negli ultimi due anni; per questo il Governo si sta impegnando per informare, sensibilizzare, promuovere azioni preventive e di screening per giovani e adolescenti sulle nuove opportunità di riconoscimento del disagio psichico e delle opportunità terapeutiche.
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