Secondo un’indagine dell’ISTAT appena pubblicata, nonostante un miglioramento, i servizi offerti per la prima infanzia in Italia sono ancora al di sotto del target europeo. Lo studio intitolato “Nidi e servizi integrativi per la prima infanzia (anno educativo 2019/2020)” tiene conto del fatto che nell’ultimo anno prima della pandemia, nel 2019, erano attivi nel nostro Paese circa 360.000 posti per bambini dagli 0 ai 2 anni, di cui il 50% all’interno di strutture pubbliche (a titolarità dei Comuni), in aumento di 500 unità rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, complessivamente l’offerta si conferma ancora sotto il parametro UE del 33% di copertura dei posti, rispetto al numero di bambini della fascia considerata. Questo target era stato stabilito nel 2002 in sede di Consiglio europeo di Barcellona e, secondo gli accordi, andava raggiunto entro il 2010 nell’ottica di sostenere la conciliazione tra vita familiare e lavorativa e della maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Permangono, inoltre, ampi divari territoriali: mentre a nord-est e nel centro Italia la copertura si trova sopra il target europeo, il nord-ovest non è lontano dall’obiettivo (31%), mentre il sud e le isole risultano ancora molto distanti dall’obiettivo, potendo offrire un servizio pari rispettivamente al 14,5% e al 15,7%, seppur in miglioramento.
Inoltre, si evidenzia l’aumento generalizzato dei costi di gestione delle strutture e dei costi straordinari.
Per leggere integralmente lo studio, si rimanda alla pagina dedicata sul sito dell’Istat raggiungibile al link https://www.istat.it/it/files//2021/11/REPORT_ASILI-NIDO-2019-2020.pdf