I recenti dati Istat e Unioncamere evidenziano una tendenza del mercato verso forti rincari su energia e alimentari. Infatti, l’Istat stima un aumento dello 0,7% su base mensile e del 3% su base annuale del costo dei beni alimentari, soprattutto da settembre a oggi anche a causa dei rincari di acqua, luce e gas. Anche l’indagine di Unioncamere (in collaborazione con Bmti e Ref Ricerche) conferma che nei mesi di ottobre e novembre ci sono stati degli aumenti significativi per quanto riguarda alcuni dei più comuni prodotti da scaffale, come pasta di semola e passata di pomodoro (aumentati di prezzo di circa il 10%), la farina di grano tenero (aumentata del 6,5%), i biscotti, le fette biscottate e i crackers (aumentati del 5)%.
Le stime di forte rialzo nella filiera grano duro-pasta derivano anche dalla riduzione del raccolto nei Paesi dell’America del Nord causata dalla siccità estiva, a cui si aggiunge la diminuzione delle scorte globali conseguenti ad un livello della domanda superiore all’offerta.
Secondo le attese, nei prossimi mesi gli aumenti generalizzati potrebbero riguardare anche olio, cereali, scatolame, pasta di semola, passata di pomodoro, carne di vitello e di bovino adulto.
Questi costi incideranno sul potere d’acquisto delle famiglie, in particolare di quelle meno abbienti che in Italia sono circa due milioni (il 7,7% del totale), per un totale di cinque milioni e mezzo di individui (il 9,4% dei cittadini) che vivono sotto alla soglia di povertà.
Per un ulteriore approfondimento, si rimanda alla ricerca dell’Istat https://www.istat.it/it/files//2021/11/Prezzi-al-consumo_Def_Ott2021.pdf